UN VIAGGIO LUNGO I SENTIERI DELL’ANIMA
“L’Italia ha un grande bisogno di un viaggio lento.
Da noi si è smesso di viaggiare: ci si sposta.
Così il mondo minore scompare e la memoria pure”.
(Paolo Rumiz, È Oriente, ed. La Feltrinelli)
Ed ecco il “cammino”, come metafora della esistenza umana, ci aiuta a superare le difficoltà e la fatica per raggiungere la meta serve a mantenere vivo quel mondo minore altrimenti destinato a scomparire, a mantener viva la memoria dei luoghi e delle persone che quei luoghi li hanno vissuti.
Per la sua collocazione, ponte fra Occidente e Oriente, la Puglia è stata sin dall’antichità terra di passaggio di culture, religioni, merci, mercanti e pellegrini.
Da questi cammini parte il riconoscimento culturale della civiltà europea. Ancor prima dei pellegrinaggi e delle crociate cristiane, già in epoca micenea, nei nostri porti arrivavano mercanti per lo scambio di metalli lungo le vie per l’Etruria, per poi continuare nel V sec a.C., quando i commerci con l’Attica portarono in loco artisti greci e divinità le cui immagini scolpite testimoniano i viaggi delle Divinità dai porti pugliesi, Brindisi, Egnatia, Bari in direzione Benevento e Roma.
Per tutti i secoli successivi, le grandi arterie viarie tracciate dai romani, la Via Appia e la Via Traiana, diventeranno vie per raggiungere il mondo orientale e, con la nascita del Cristianesimo e il pellegrinaggio cristiano, la Puglia diventerà ponte ideale fra l’Europa e la Terra Santa.
Già Nel 333 d.C l’anonimo pellegrino di Bordeaux, di ritorno da Gerusalemme, attraversando il mare Adriatico per sbarcare a Otranto, percorrendo la Via Traiana e la via Appia fino a Roma, segna le poste di Brindisi, Egnatia, Bari, Bitonto, Ruvo, Canosa, Ordona e Troia. Racconta la difficoltà di viaggiare per mare e porta con sè la borraccia, simbolo del suo pellegrinaggio.
Lungo il cammino sorgono eremi, basiliche, santuari, monasteri, ospedali, poste di alloggio e di fermo per pellegrini e viandanti che, da Santiago di Compostela o da Canterbury, danno vita alla via Francigena verso Roma e la Terra Santa. La via Francigena, che solca l’Europa da nord a sud, entra nel cuore delle regioni centrali e punta dritta verso il nucleo della cristianità.
È tra le più antiche ad essere documentata: nei suoi diari l’arcivescovo di Canterbury, Sigerico, la percorse nel 990 d.C. per giungere a Roma. Una volta giunto in Puglia, il percorso di divide in una serie di cammini: quello Nicolaiano, con le cattedrali di Trani dedicata a San Nicola Pellegrino e Bari; quello di San Leonardo, con L’Hospitalia di Siponto, fondata da Diomede, porto di Arpi e poi colonia romana; e quello di San Giacomo, il “primo pellegrino“ che dalla Spagna, dove era giunto per una missione evangelizzatrice, ritorna a Gerusalemme.
Queste vie attraversano le città di Barletta, nella cui Basilica del Santo Sepolcro sono conservati i tesori provenienti dalla Palestina, Trani, Bisceglie, con la chiesa di Santa Maria di Giano, Molfetta e giù fino a Monopoli, Ostuni, fino ad arrivare a Brindisi.
In questa città si trova il punto terminale sia della sia della via Traiana sia della via Appia, come testimoniano le Colonne Romane che affacciano sull’ antico porto. È il porto più attrezzato per recarsi in Terrasanta e nella città la chiesa di San Giovanni al Sepolcro si imita nella sua struttura quella del S. Sepolcro di Gerusalemme.
Ricca di testimonianze è anche la via Traiana con Ruvo di Puglia, Bitonto, arrivando fino ad Ostuni e a Galatina, con la Chiesa di Santa Caterina, e poi la via Appia, con le chiese e gli insediamenti rupestri di Gravina di Puglia, Mottola, Massafra, Laterza con la chiesa di San Giacomo nella gravina e Lecce.
Un altro cammino più antico e suggestivo congiunge la Puglia con l’Europa: la via Micaelica, che unisce Mont Saint Michel e Monte Sant’Angelo sul Gargano, dove si incontrano la cultura germanica nord europea, come testimoniato da alcune iscrizioni runiche del VII secolo, e quella Mediterranea latina.
Il Cammino dell’Arcangelo, tratto finale della via Micaelica, inizia in Puglia, con Troia, l’antica Aecae, famosa per la sua Cattedrale.
Dopo l’attraversamento del “tavoliere” pugliese, si arriva ad uno dei percorsi più emozionanti del cammino garganico: si attraversa la valle di Stignano, di grande fascino naturalistico, giungendo all’omonimo santuario, uno dei primi santuari mariani del Foggiano, e si prosegue verso il Convento di San Matteo, che sovrasta la cittadina di San Marco in Lamis, isola di silenzio e serenità per i pellegrini.
Passando per i ruderi di Sant’Egidio e di San Nicola, si arriva infine alla Grotta dell’Arcangelo Michele, luogo di estrema suggestione.
L’ingresso nel Sacro Speco, dove la tradizione vuole che sia apparso l’arcangelo Michele, riporta indietro di diversi secoli. È un cammino emozionante, accompagnato da paesaggi mozzafiato, boschi e prospettive che arrivano a scorgere il mare.
La riscoperta delle tracce, incastonate e scolpite negli stipiti, sugli archivolti o affrescati sulle parteti interne, le conchiglie, la quadrangola, il bordone, il cappello, diventano il filo conduttore alla scoperta di cammini che non sono solo religiosi o devozionali, ma interessano l’architettura e il paesaggio.
Litorali sabbiosi, falesie, scogliere, insenature, accompagnano il viaggiatore alla scoperta di un vasto patrimonio culturale fatto di borghi, cattedrali, siti archeologici e testimonianze di una storia millenaria, il patrimonio immateriale, quello fatto di racconti scritti e orali, che si intrecciano nel loro percorso principale. Quasi 1000 km di cammini per raggiungere Santa Maria di Leuca, la Finis Terrae italiana, ideale punto di fine di quel lungo percorso che parte da Santiago fino al limite della penisola italiana.
Qui iniziano “I Cammini del Salento”, 133 km alla scoperta del Salento più autentico, un cammino pensato per unire le due parti, l’entroterra da Lecce ad Otranto e la fascia costiera da Otranto a Santa Maria di Leuca. Il tessuto connettivo di tutti questi cammini è costituito dallo spazio: luoghi che sono scenario della storia e della cultura di quei mondi minori, di cui la Puglia è così ricca, veicolano iconografie e consentono al viaggiatore di tessere relazioni con la gente del luogo, di riscoprire la storia e la cultura del territorio, di riflettere sul senso della vita.
Ma i cammini non sono soltanto percorsi storici, possono nascere ancora oggi per seguire i passi di uomini che hanno cambiato la società. È quello che è accaduto con l’istituzione nel 2019 del Cammino di don Tonino, legato alla figura del vescovo salentino che ha guidato la diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e ha lasciato un’impronta indelebile attraverso il suo operato e i suoi scritti. Partendo proprio da Molfetta, il cammino fa tappa ad Alessano sulla sua tomba, dove anche Papa Francesco è passato a pregare, per poi continuare e finire alla punta più estrema di Puglia.
Uno dei cammini più interessanti di formazione recente e che coinvolge il Gargano, è il “Cammino della Pace”: parte da L’Aquila, dalla basilica di Collemaggio, per arrivare alla montagna del sole a Monte Sant’Angelo, nella sacra grotta dell’Arcangelo Michele. È un cammino lungo 470 km che unisce 29 paesi, attraversa 3 regioni, Abruzzo, Molise e Puglia, e 4 parchi nazionali. Arrivare a Serracapriola dal vicino Molise, camminando sull’ultimo tratto del tratturo Centurelle/Montesecco è una esperienza unica.
Oppure “Il Cammino dei Trabucchi” che si snoda all’interno della Montagna Sacra del Gargano: un’esperienza di ispirazione, conoscenza, ricerca di sé di fronte all’infinito che si cela tra le onde del mare. Si cammina lungo la costa tra perle del Gargano, Peschici e Vieste, alla ricerca delle suggestioni paesaggistiche, naturalistiche e storiche che offre l’antico sentiero percorso sin dal neolitico.
Lucia Avellis
Docente di Storia dell'Arte
Via Francigena
Ostuni, la via francigena
Lucia Avellis, docente di storia dell'arte
in cammino da Troia a Monte Sant'Angelo
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San Marco in Lamis (fg), convento di San Matteo
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Il Cammino dei Trabucchi
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il Cammino della Pace
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Brindisi, la colonna traiana
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